giovedì 29 ottobre 2009

Le mie divergenze con il compagno PD


di ANDREA SCANZI
da MicroMega 5/2009

"La sinistra, prima del Partito Disastrati, era la culla della
cultura. Aveva tanti padri fondatori, tanti maestri. Tanti sciamani.
E adesso? Anche adesso, solo che il Partito si è spostato così tanto
al centro, o ancora più verso la terra di nessuno, che ormai come
maestro va bene tutto"
...(omissis)
Adesso il Pertito Dalem(m)a varca nuove frontiere, con il
pionierismo caro agli hobos americani: ora a dettare la linea non è
più Marx, Karl o Groucho fate voi. Non è Engels, non è Gramsci e pure
i riformisti (ché loro sono riformisti, ricordatelo) come Nenni
dateli al gatto.
Ora il vuoto pneumatico di idee è tale che, pur di darsi una verniciatina
minima di antiberlusconismo, va bene tutto. Va bene Gianfranco Fini,
che oramai sta a Bersani come Fidel Castro a Galeazzo Ciano (o forse
dovrebbe essere viceversa). Va bene Mike Bongiorno, che in vita era
stato relegato a mero rincoglionitore di casalinghe di Voghera, ma che post
mortem urge santificare - etratteggiare- come guevarista inconsapevole,
come pedagogo bolscevico.
...(omissis)
E vanno bene- ma sì, dai- pure la Chiesa, l'ex direttore di Avvenire,
la Cei, il Vaticano, Monsignor Fisichella, papa Benedetto XVI e tutti
quelli che, alla bisogna, possiamo far passare per oppositori del premier,
cioé interpèreti di quel ruolo che, in via teorica, dovrebbe essere
appannaggio (?) del Partito Deb(o)ra."

commento di Paola Borraccino

MicroMega è una rivista splendida, ma dichiaratamente per fighetti,
ammettiamolo.

Il numero in edicola viene incontro al lettore più comune, con un
linguaggio meno impostato e più colloquiale, senza rinunciare al
rigore dell'analisi e l'onestà intellettuale della critica.

L'editoriale rende esplicite le motivazioni che hanno spinto
la redazione ad aprire, apparentemente, il fuoco amico: in
particolare l'inchiesta svolta sul'IDV potrebbe sembrare al
lettore un gratuito attacco all'unica opposizione degna di questo
nome.

Condivisibile, invece, negli intenti, questa tensione al
miglioramento che la rivista esprime, interpretando un
diffusissimo sentimento popolare che con la propria parte è più
intransigente che nei confronti del mondo berlusconiano nel
suo complesso.

La tendenza a non voler perdonare gli errori della sinistra
da parte di coloro che si collocano politicamente nella stessa area
non deriva da una pretesa superiorità morale, al di là di ogni
evidenza (al massimo il complesso di superiorità affligge la classe
dirigente, non la base), ma dalla convinzione che per vincere
contro "questa destra" bisognerebbe essere realmente alieni.

Intendo il termine "alieno" nell'eccezione latina di altro,
diverso al punto da strutturare l'identità del soggetto che sta
riflettendo rispetto all'interlocutore per contrapposizione (es. di fronte
ad un musulmano turco, il soggetto agente riconosce le alterità che lo caratterizzano, perchè egli fa riferimento ad un diverso modello
religioso e culturale tout court).

Se non ci si distingue, se, nella migliore delle ipotesi si è
pallidi emuli di qualcuno, su cosa si fonda la speranza di una vittoria?
Mi viene in mente sempre un caso politico. Nel 2005 si svolsero
le primarie per scegliere il candidato alla Presidenza della Regione
Puglia tra Vendola e Boccia.
Il primo lo conoscono tutti, Boccia, invece, è conosciuto a livello
regionale.

Girava in città la voce che molte persone di destra, al fine di
favorire l'elezione del Governatore uscente, avessero votato
per il comunista presidente dell'Arcigay, ritenendo che egli non
avesse chance alcuna contro Fitto, il ragazzo dalla faccia pulita
che piace alle mamme e allle nonne, forte del sostegno del
mondo cattolico, in quanto ex CL.

Insomma i bookmakers indigeni ritenevano che Boccia potesse essere
un pericoloso rivale, in quanto cattolico osservante, economista
bocconiano, eterosessuale e giovane, senza un passato politico
ingombrante, cioè un candidato neutro nella sua spendibilità
nell'agone politico, un tecnico. Credibile.

Sappiamo chi vinse.

Voto all'articolo di Andrea Scanzi 7 e 1/2,
il numero di MicroMega è eccellente come al solito, ma l'articolo
di Scanzi è un valore aggiunto che dovrebbe spingere all'acquisto
e alla lettura della rivista, perché regala un tocco di
intellettualismo ironico e lieve.

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