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sabato 21 settembre 2013

Rosario Livatino, non un giudice ragazzino, ma un grande uomo

La mattina del 21 settembre 1990 veniva ucciso Rosario Livatino.

Rosario Angelo Livatino
Una figura umana e professionale di grandissimo valore, non per niente la Mafia per arrestare l'impegno dell'incorruttibile magistrato decise di eliminarlo.
Si affida il ricordo di questo straordinario italiano alle parole attualissime del giudice Paolo Borsellino.

Si può leggere sul web su Livatino:
la biografia (dal sito Giustizia carità);
Lo scomodo "giudice ragazzino" che aveva infastidito Cossiga (dal sito Avvocati senza frontiere)
le parole di Cossiga nel giorno dell'assassinio il 21 settembre 1990;
Nando Dalla Chiesa: "Sarò onesto, Cossiga non mi mancherà";
la riedizione degli scritti del magistrato: "Non di pochi, ma di tanti" (sottotitolo Riflesioni intorno alla giustizia) di Rosario Angelo Livatino;
l'intervento di Livatino durante la conferenza "Fede e diritto" (dal sito www.giustiziacarita.it);
l'intervento di Livatino nella conferenza nel 1984 "Il ruolo del giudice nella società che cambia" (dal sito solfano.it)
.

venerdì 7 dicembre 2012

Parla la signora Agnese, moglie di Paolo Borsellino (a proposito di Mancino)




«Non ho il titolo né la competenza per commentare conflitti di attribuzione sorti tra poteri dello Stato. Ma sento di avere il diritto, forse anche il dovere, di manifestare tutto il mio disdegno per un ex Ministro, Presidente della Came ra e vice Presidente del CSM che, a più riprese, nel corso di indagini giudiziarie, che pure lo riguardavano, non ha avuto scrupoli a telefonare alla più alta carica dello Stato, cui oggi io ribadisco tutta la mia stima, per mere beghe personali.
Non sorprende che l’attenzione dei media si sia riversata sul Quirinale, ma il protagonista di questa triste storia è solo il signor Mancino, abile a distrarre l’attenzione dalla sua persona e spregiudicato nel coinvolgere la Presidenza della Repubblica in una vicenda giudiziaria, da cui la più alta istituzione dello Stato doveva essere tenuta estranea.
Oggi io, moglie di Paolo Borsellino, mi chiedo: chi era e quale ruolo rivestiva l’allora Ministro dell’Interno Nicola Mancino, quando il pomeriggio del primo luglio del ’92 incontrò mio marito? Perché Paolo, rientrato la sera di quello stesso giorno da Roma, mi disse che aveva respirato aria di morte

Anche quando la bocca viene chiusa, la domanda resta aperta. (Stanislaw J. Lec)