sabato 28 novembre 2009

DIFENDERE LE ISTITUZIONI PER DIFENDERE LA NOSTRA LIBERTÀ


 Fonte articolo: Ciampi: "Basta leggi ad personam
Berlusconi delegittima le istituzioni"

da il quotidiano “Repubblica”
del 23 novembre 2009
di Massimo Giannini

Ciampi - La mia amarezza deriva dalla constatazione ormai
quotidiana di quanto sta accadendo sulla giustizia, ma non
solo sulla giustizia. È in corso un vero e proprio degrado dei
valori collettivi, si percepisce un senso di continua
manipolazione delle regole, una perdita inesorabile di quelli
che sono i punti cardinali del nostro vivere civile". Vale per
tutto: non solo i rapporti tra politica e magistratura.
Le relazioni tra potere esecutivo e Parlamento, tra Governo e
Presidenza della Repubblica, tra premier e organi di garanzia,
a partire dalla Corte costituzionale. L'intero sistema istituzionale,
secondo Ciampi, è esposto ad un'opera di progressiva
"destrutturazione". "Qui non è più una questione di battaglia
politica, che può essere anche aspra, come è naturale in ogni
democrazia. Qui si destabilizzano i riferimenti più solidi
dell'edificio democratico, cioè le istituzioni, e si umiliano i
valori che le istituzioni rappresentano.

E non dimentico la lezioni di Vincenzo Cuoco sulla Rivoluzione
napoletana del 1797: alla felicità dei popoli sono più necessari
gli ordini che gli uomini, le istituzioni oltrepassano i limiti
delle generazioni. Ma poi, a rendere vitali le istituzioni,
occorrono gli uomini, le loro passioni civili, i loro ideali
di democrazia.

"Credo che per chi ha a cuore le istituzioni, oggi, l'unica
regola da rispettare sia quella del "quantum potes": fai ciò
che puoi. Detto altrimenti: resisti".

«Bisogna continuare a fare quanto si può, giorno per giorno;
nella politica come in tutto il resto della vita, per chi non
è un balordo, contano quei due principi lì: non farsi mai
troppe illusioni e non smettere di credere che ogni cosa che
fai potrà servire
».

Italo Calvino
La giornata di uno scrutatore

domenica 22 novembre 2009

Le conseguenze del "Processo breve"



Molti dei nostri uomini politici sono degli incapaci.
I restanti sono capaci di tutto.


Boris Makaresko

sabato 21 novembre 2009

INFLUENZA A: tanti dubbi

Commento di
Paola Borraccino



Non condivido tutto ciò che questo vlogger dice, ma trovo
interessantissimo il documento inserito
(si tratta della relazione del Ministro della Sanità della
Polonia al Parlamento sulla opportunità di promuovere
una campagna di vaccinazione su vasta scala nel Paese).

Gli spunti di riflessione sono numerosi. e, perlomeno,
il Ministro polacco cita dati attendibili, a differenza delle voci
incontrollate che impazzano sulla rete.

Il problema di internet è il divario abissale tra l'impossibilità
di verificare le fonti e la schiacciante pervasività delle
notizie che esso diffonde.

Circa l'influenza A, sta trovando sempre maggior spazio l'idea
secondo cui il virus sarebbe stato fabbricato in laboratorio
per uno dei seguenti motivi:

1)Uccidere il Presidente Barak Obama, il quale sarebbe dovuto andare
in Messico quei giorni e/o ricevere un archeologo, che pare essersi
infettato nei giorni antecedenti alla data, in cui era previsto
l'appuntamento col Presidente, e poi essere morto.

2)Diminuire gli abitanti del pianeta Terra.

3)Distrarre le persone da ciò che sta accadendo ed, in particolare,
dai disastri provocati dalla crisi del sistema economico occidentale.

Sorvolo sulla plausibilità dei singoli punti, però voglio
anche sottolineare che illustri genetisti e accreditati epidemiologi
hanno dichiarato che la struttura genetica del virus in natura
non si sarebbe potuta avere, cioè il dna del virus contiene
componenti che non possono mischiarsi, secondo i procedimenti
biologici; da ciò si ricaverebbe l'origine artificiosa del virus,

in altri termini, IL VIRUS DELL'INFLUENZA A SAREBBE STATO CREATO
DALL'UOMO IN LABORATORIO.

La trasmissione SCENARI di Rainews si è occupata di tutte queste
problematiche in modo molto efficace. Qui di seguito ho postato
il video relativo alla prima parte della puntata, ma vale la pena
visionare anche le altre due parti, che completano la puntata.




Mi pare che verità, evidenze scientifiche e regole di buon senso, nelle
situazioni di confusione e psicosi collettiva, finiscano con l'essere
mischiate con notizie verosimili, bufale, leggende metropolitane ed
assurdità di ogni tipo,.

Questo è accaduto altre volte ed è inevitabile e, comunque, gli
strumenti per valutare la veridicità di tali notizie sono fuori
dalla portata del normale cittadino, per cui restano speculazioni
che alimentano scenari di cospirazioni e trame degne di un triller.

Ciò che si può e si deve fare è pretendere chiarezza dai responsabili
della salute pubblica e verificare che dietro le prescrizioni
mediche e medicinali non ci siano interessi mercenari o
semplice sciatteria.

Purtroppo in Italia le cose serie sono affrontate spesso
con colpevole negligenza, senza mai dimenticare che i meccanismi
di selezione della classe dirigente non sono volti ad individuare
gli elementi maggiormenti idonei rispetto alla carica/all'incarico.

Il passato remoto, quello recente ed il presente gettano ombre sinistre
sul nostro futuro e sulla speranza di avere persone competenti ed oneste
in posti di responsabilità.

È notizia di ieri che la seconda Carica dello Stato, il Presidente del
Senato Schifani, 15 anni fa difendeva il gotha dei mafiosi, nell'esercizio
della sua professione di avvocato.

E se qualcuno si stesse domandando cosa c'entri questo con l'influenza
A, io rispondo: TUTTO È POLITICA.

domenica 1 novembre 2009

DESERTIFICAZIONE CULTURALE E DEGENERAZIONE DELLA DEMOCRAZIA

Fonte
Corriere della Sera 12 dicembre 2008

«Relativismo, una maschera del nulla»
Oggi l' «incultura dell' optional» mette tutto sullo
stesso piano, dalla pornografia alla fede


di CLAUDIO MAGRIS

[La degenerazione della democrazia si rivela in] una politica che
ha abdicato a ogni visione del mondo e si è ridotta a mera gestione
- talora a indebita appropriazione - dell' esistente, declassando la
democrazia a «dittatura dell'opinione pubblica manipolata che legittima
ogni forma di demagogia posta al servizio degli interessi dominanti sul
piano economico e finanziario» [1].

È un ritratto perfetto dell' Italia di oggi.

Alle classi tradizionali è subentrato un gelatinoso «ceto medio» che non
ha nulla della classica borghesia e che produce e consuma - scrive Perlini riprendendo un'osservazione di Goffredo Fofi - una colloidale «cultura media» che avviluppa come un chewing gum i giornali, l'università, la televisione, l'editoria, il dibattito intellettuale, livellando ed equiparando tutti i valori in una melassa sostanzialmente uniforme e
facilmente digeribile, che smussa ogni reale contraddizione e scarta o
disarma ogni elemento capace di mettere realmente in discussione
l'ordine imperante - ogni scandalo e follia della croce, per citare
il Vangelo.


Questa medietà non è la modesta e onesta tappa in cui quasi tutti noi
mediocri siamo ovviamente costretti a fermarci nel cammino verso l'alto,
ma è la totalitaria eliminazione di ogni tensione fra l'alto e il basso,
l' ordine e il caos, la vita e la morte, il senso e il nulla.
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(1) Le frasi tra virgolette sono tratte dal fascicolo “Verità relativismo
relatività” (ed. Quodlibet), curato da Tito Perlini, autore
dell'affascinante saggio che lo apre; tale fascicolo compone il
numero pubblicato nel dicembre 2008 dell' «Ospite ingrato»,
rivista del Centro studi Franco Fortini.

Interprete e seguace del marxismo critico della Scuola di Francoforte,
sulla quale ha scritto pagine fondamentali, è figura intellettuale di
rilievo nella sinistra minoritaria italiana e aperto a
quell' «assolutamente Altro» di cui parlava Horkheimer, Perlini è
una delle intelligenze che hanno capito più a fondo le trasformazioni
epocali degli ultimi decenni.