sabato 18 agosto 2012

Cronaca di un disamore

Ivan Cotroneo

pp. 152
Bompiani 2009
Euro 7,90
recensione di
Paola Borraccino







C'è tutto l'amore del mondo in questo romanzo/racconto lungo di Cotroneo: il romanticismo dei sonetti di Shakespeare, il tormento di Cime tempestose, la tensione erotica dei libri di Lawrence, ogni goccia di letteratura su questo tema qui si condensa e si sublima.

Poesia in prosa. Poesia d'amore e sull'amore, tra le più belle che siano state mai scritte. E sicuramente perché il libro è pieno di citazioni, parafrasate o integrali, di autori famosi, ma questo non rende l'opera meno originale, semmai aggiunge al piacere della lettura quello del gioco intellettuale "scopri chi l'ha scritto".

La trama è uguale a quella di tutte le storie del mondo: due persone si incontrano, si amano e poi uno dei due abbandona l'altro. Il fatto che la coppia in questione sia costituita da due ragazzi è un particolare irrilevante ai fini della narrazione: chiunque abbia amato non potrà non immedesimarsi nei tormenti di Luca, il protagonista e voce narrante.

Al di là del tema universale, vale la pena di leggere Cronaca di un disamore per la scrittura: Cotroneo riesce mirabilmente a coniugare tecnica e ispirazione; ha uno stile pulito, lucido, una sintassi perfetta e un lessico moderno, ma ricco.


È difficile parlare di un romanzo di questo genere, così scarno e monotematico, senza cedere alla tentazione di riportare interi stralci del libro, infatti selezionare solo un periodo del testo è stato difficilissimo; sicché, ricollegandomi all'inizio del mio post, mi limiterò a scrivere che il libro andrebbe classificato tra le raccolte di poesie con un diverso titolo, Cronaca dell'amore.

Voto 8 e 1/2

Consiglio
Per tutti gli uomini e donne dai 14 anni ai 120 che hanno amato, ma sconsigliato a coloro che ancora stiano cercando di strapparsi una persona dal cuore.

La citazione p. 38
Luca pensa: è questa fiducia insensata che odio, questa specie di convinzione per cui tutto questo amore, tutta questa energia che porto dentro non può andare buttata via. Qualcuno, da qualche parte, quando ero piccolo, deve avermi detto che quando si è così amati non si può non amare, che non vi è ostacolo al passo dell'amore, e quel che amore vuole, amore osa. Ed io lo so adesso, lo so bene, che questa è la più grande cazzata del mondo, eppure non riesco a mollare, non riesco a mollarti, non riesco a non pensarti. Ogni ora che passa è sempre un po' peggio. Dovrei avere il coraggio di prendere tutti i nostri giorni e buttarli via, senza pensare più. Non si tengono i ricordi di un delitto. E tu salvami che sto affogando nel mare, e poi picchiami a sangue sulla spiaggia e farmi tornare me stesso.

Altre citazioni sul blog Scripta manent; mentre per una recensione più articolata si può leggere quella di Barbara Gozzi sul blog Lankelot.