martedì 1 settembre 2009
TRADITORI DI TUTTI di Giorgio Scerbanenco
edizione
La biblioteca di
Repubblica-Espresso
collana Noir italiano
7,90 Euro
recensione di
Paola Borraccino
Questo romanzo non merita l’appellativo di poliziesco, il solo fatto di
attribuirlo alla categoria noir lo sminuirebbe; come dire che Il giorno
della civetta di Sciascia è semplicemente un giallo.
Scerbanenco raggiunge delle vetta altissime e ciò è impressionante
se si pensa che l’italiano non è la sua lingua madre. Egli nacque a
Kiev, in Ucraina e si trasferì in Italia, a Milano, per la precisione,
all’età di sedici anni.
La sintassi è lontana dagli autori moderni, con periodi lunghi e
complessi, mai pesanti, però.
Lo stile è unico e peculiare: riesce a trasfondere il ritmo del parlato,
analisi psicologiche, conversazioni con il lettore, mentre scorrono
dialoghi perfettamente equilibrati e veritieri. Viene in mente un altro
maestro, anzi mostro sacro Simenon.
Affermo che, per certi versi Scerbanenco è superiore al prolifico
autore belga, perché la varietà dei personaggi dell’ucraino è infinita,
invece in Simenon, letti 4 o 5 dei suoi libri, si riconosce una serie
limitata di soggetti e tipologie, soprattutto per quelli femminili.
Avevo già letto "I milanesi ammazzano al sabato" (edizione Garzanti)
ed avevo apprezzato il giornalista che traspariva dalle pagine, ma
in Traditori di tutti emerge la potenza espressiva dello scrittore,
con accenti lirici nelle descrizione dei luoghi reali e dei paesaggi
interiori. Il tocco di eccellenza lo raggiunge nella storia che, per
quanto inventata, si nutre dell'esperienza ventennale dello
Scerbanenco cronista e, quindi, ha tutta la traboccante vitalità e
l'orrore di una pagina di cronaca.
Voto 8.
Consigliato a coloro che leggono triller d'oltreoceano, affinchè
scoprano quanto il reale possa essere intricato e nero, al di là
di ogni fantasia. In Italia.
Consiglio 2: Se non sono riuscita a farvi venire il desiderio
di sfogliare un libro di Scerbanenco, leggete la lettera che
Lucarelli scrive all'autore nel 1999 al link
http://www.carlolucarelli.net/int06.htm
La citazione (impossibile sceglierne una soltanto)
Pag.78
"«Gli tengo anche la casa», disse orgogliosa, soddisfatta di far capire
quello che voleva che loro capissero.
Gliela teneva benissimo, pensò Duca, le mattonelle del pavimento rosse,
erano levigate, morbidamente lucide, non di uno specchiato fastidioso,
erano antiquate e calde di intimità, niente polvere,niente odori, niente
fuori posto, se teneva in ordine così anche Ulrico, Ulrico era
un uomo felice."
Pag.104
“...continuava a ripetere il nome, con dolcezza costituzionale, rispetto
della costituzione che garantisce la libertà al cittadino e ogni diritto
di difesa dal potere esecutivo e da quello giudiziario.”
pag. 105
"...e gli dispiaceva fare ciò che stava per fare, in una così radiosa
giornata di primavera come quella, l’odore di terra che si scalda al
sole entrava finalmente in quella stanza del peccato, ma il vecchietto
non gli aveva lasciato alternative, il vecchietto prendeva gli altri,
e la polizia in particolare, per cretini e minorati mentali, prendeva
a legge e i doveri civici come barzellette che fanno il solletico,
perché aveva, secondo lui, protezioni ben più forti della polizia e
della legge, e allora, benché avanti con gli anni, bisognava
insegnargli a rispettare la legge e la polizia, anche alla
televisione dicevano che non è mai troppo tardi."
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