di Luca Ricci
Editori Laterza
Ho acquistato il libro di Luca Ricci nonostante la copertina: sì, voglio
partire in modo volutamente improprio, perché l'argomento
copertina è davvero ineludibile.
Ora, pur sapendo che attirerò gli strali dei grafici della Laterza,
affermo che su questo fronte la casa editrice barese è carente.
Per i primi casi si poteva dare l'ipotesi di un errore incidentale,
invece l'intera collana Contromano condivide lo stesso deficit,
per cui si tratta di un elemento connotante. Forse ciò dipende
dal fatto che il suo prestigio Laterza lo tragga dalla lunga
tradizione nella saggistica, dove il contenuto e
l'autorevolezza dell'autore da soli sono alla base della scelta
dell'acquirente.
Per i restanti generi vige, al contrario, la legge universale valida
per tutte le merci in generale: la confezione conta, sopra tutto.
Un peccato perché un autore come Ricci rischia di essere
non scoperto. Io avevo avuto già occasione di apprezzare le
sue capacità con il libro L'amore e altre forme di odio, edito
dalla Einaudi, una raccolta di racconti veramente gustosi.
Il racconto breve è una forma espressiva in cui non è possibile
barare: o si hanno delle doti narrative ed espressive o si mostra
impietosamente la propria insipienza . In un romanzo l'autore
ha l'agio di perdere tempo, scopiazzare dai grandi, essere anche
noioso e fare qualche tirata narcisistica. Il racconto, al contrario,
impone l'out out: o si riesce a catturare subito il lettore o lo si
allontana, necessita una sintesi.
Ricci ha uno stile che mi fa pensare a Carver (lo scrittore
americano di "Vuoi star zitta, per favore?" ), ma non scimmiotta
nessuno; ha una penna leggera, senza essere banale.
A dispetto dei suoi anni (classe 1974), Ricci è, sotto ogni
riguardo, uno scrittore maturo che non ha niente da imparare dai
colleghi più famosi di lui. A proposito di scrittori che vendono,
Gianrico Carofiglio ha scritto che in "Come scrivere un best seller i
n 57 giorni" Ricci gioca intelligentemente con la letteratura e le sue nevrosi.
Sicuramente è un commento pertinente, perché al centro di questo
libro c'è l'industria della Cultura e tutto il circo di scrittori,
intellettuali e presunti tali, snob da salotto che mettono il proprio ombelico
al centro dell'universo e si confrontano poco e male con il reale.
IL CONSIGLIO
Sarebbe bello se fosse un blog molto consultato dagli aspiranti
romanzieri ed imbrattaword (*), onde evitare che essi prendano
in considerazione l'idea di pubblicare a pagamento, pur di
soddisfare la propria vanity press.
Lo sappiamo che nel Bel Paese coloro che hanno un libro
nel cassetto e pensano di essere ingiustamente trascurati
sono molto più numerosi di coloro che leggono; si rende,
così, attuale uno dei tanti paradossi che rende l'Italia
una Nazione anomala.
stampe qualunque cosa, purché le spese siano finanziate
da altri - principalmente gli autori- ; in questo modo
finiscono col tradire il loro ruolo, che dovrebbe essere di
selezione dei talenti e promozione dell'arte.
Questo droga il mercato editoriale e fa sì che i titoli
meritevoli di attenzione degli emergenti ... fatichino ad
emergere, subissati, come sono, dalla marea di
pubblicazioni di veline, comici, calciatori, vecchi tromboni,
politici e pattume vario.
Anche chi scrive non si è sottratta a questo perverso
meccanismo che specula su velleità assurde e legittime
aspirazioni. Certo... mi hanno assicurato in molti che il mio
libro sia piacevole: ma quante bugie si dicono per educazione
e quieto vivere? Ahia, non sono sicura di voler sapere la
risposta! Perché noi aspiranti vincitori del Premio Miglior
Scrittore del Pianerottolo siamo così:
suscettibili e refrattari alle critiche.
LA CITAZIONE
Pag 56: "... concordammo sul fatto che un best seller
fosse un libro piacevole da leggere (a differenza dei
libri che fosse piacevole DIRE di aver letto).
Pag 79: "".Ad un certo punto si avverte come un
ispessimento dei sentimenti: in quel momento si
può smettere di subire la vita, e si può cercare
di riordinarla a nostro piacimento, secondo
una struttura, secondo uno schema,
secondo una variazione narrativa. E' in quel
momento che si comincia a scrivere sul serio".Voto 7