martedì 19 giugno 2012

Niente

Janne Teller

pp. 118
Feltrinelli
Euro 12
recensione di
Paola Borraccino






Spietato e bellissimo come l'alba che sorge sul campo di battaglia all'indomani di un combattimento cruento che ha lasciato innumerevoli vittime. Il romanzo della danese Janne Teller racconta una storia cattiva che mitraglia speranze e illusioni, illuminando brutte verità da cui distogliamo lo sguardo inorriditi, ma inutilmente: certe folgorazioni rimangono impresse nella memoria e continuano a strisciare nella mente del lettore anche a distanza di diversi giorni da quando si è terminata la lettura.

Non sorprende, dunque, che tradotto in tutto il mondo, fin dalla sua comparsa nel 2000, Niente abbia suscitato polemiche accese, fino all'esclusione dai programmi in certe scuole in Norvegia e in Germania, o al rifiuto di venderlo da parte di librerie francesi e spagnole. Così come non sorprende che unanime sia stato però il fenomenale successo di pubblico e critica, supportato da premi e riconoscimenti, quali "miglior libro del 2010" per il settimanale tedesco "Die Zeit", che ne hanno fatto un classico contemporaneo (dalla recensione di Girasonia76 blogger di Cuore d'inchiostro).

Ciò che rende la storia perfida è il fatto che abbia per protagonisti dei ragazzi di 13 anni. L'associazione spontanea è quella con il Signore delle mosche di Golding; infatti l'autore inglese e Janne Teller, pur avendo stili diversi, condividono molti elementi. L'ambientazione è realistica, anche se la situazione da cui si dipana la storia è paradossale e non verosimile in entrambi i casi, la prosa è lineare e semplice, eppure tagliente e mai piatta. I bambini/ragazzini sono capaci di compiere sevizie terribili con scienza e (in)coscienza. Gli adulti non ci sono e, anche quando sono presenti, non riescono a svolgere il proprio ruolo di adulti, di guide, di portatori di regole, di depositari del "senso".

Per quanto riguarda la trama dalla quarta di copertina leggiamo: "Se niente ha senso, è meglio non far niente piuttosto che qualcosa" dichiara un giorno Pierre Anthon, tredici anni. Poi, come il barone rampante, sale su un albero vicino alla scuola. Per dimostrargli che sta sbagliando, i suoi compagni decidono di raccogliere cose che abbiano un significato. All'inizio si tratta di oggetti innocenti: una canna da pesca, un pallone, un paio di sandali, ma presto si fanno prendere la mano, si sfidano, si spingono più in là.

Ascoltiamo, comunque, l'autrice in persona.


Ho cercato l'opera della teller in libreria, perché avevo letto molte recensioni e, come pochissime altre volte è capitato, ho constatato che il libro era all'altezza delle lodi ricevute; Niente è, effettivamente, un capolavoro moderno, un libro che diventerà un classico.

Ho iniziato a leggere le prime pagine in libreria per essere sicura dell'acquisto e poi non ho potuto più fermarmi fino all'ultima pagina.
In una spasmodica apnea di un'ora e mezza (forse meno) continuavo a tenere gli occhi fissi sulle pagine e stringevo le pagine quasi aggrappandomi al libro per paura di cadere, a causa della vertigine interiore che la lettura mi provocava; tanto è vero che soltanto quando sono uscita, mi sono resa conto di avere le dita intorpidite dallo sforzo prolungato. L'intera narrazione possiamo considerarla una climax: instilla una tensione nervosa, una attesa angosciante che permane, perché il finale non portà con sé neanche una catarsi. Lacerante.

Voto 8 e 1/2

Consigliato soltanto a chi sia una persona equilibrata e salda. Gli interrogativi che pongono questi ragazzini alla ricerca del senso della vita sono ineludibili e diretti come la sequela dei "perché" dei bambini: obbligano a cercare una risposta vera a domande fondamentali. E le risposte potrebbero non piacere, perché si rischia di constatare che
 
Ciò che hai scoperto con orrore, risulta poi essere la semplice verità.
Elias Canetti

Per questo, vietatissimo per i minorenni. Tendenzialmente sono contraria alle censure, ma questo è un libro pernicioso, può spingere al nichilismo e gli adolescenti non ne hanno davvero bisogno (su giovani e nichilismo si legga lo speciale "Adolescenza: le ceneri del senso della vita" su Doppio zero).

La citazione
La citazione potrebbe essere quella sopra riportata ("Se niente ha senso, è meglio non far niente piuttosto che qualcosa"), ma ciò che conta è la narrazione nel complesso.


Altre recensioni consigliate
blog Diario di pensieri persi
Leggo per legittima difesa .

giovedì 14 giugno 2012

Una cosa divertente che non farò mai più

David Foster Wallace
pp. 148
Minimum fax 2012
Euro 12,50
recensione di
Paola Borraccino







A chi questa estate non potrà permettersi una crociera consiglio di investire una dozzina di Euro in questo libricino, dal titolo che arriva dritto al punto. D'altronde un  titolo così è fatto per colpire e con me ha raggiunto l'obiettivo: ho preso il libro dallo scaffale, l'ho sfogliato e sono passata a pagare alle casse.

Avevo voglia di una lettura piacevole ed ironica e il racconto lungo di Wallace non ha deluso queste semplici aspettative; diverso sarebbe stato, invece, se io avessi dato credito alla frase riportata sulla copertina del Guardian ,"Un libro che non si riesce a smettere di leggere neanche mentre ci si lava i denti" (sempre ammesso che ci sia qualcuno che abbocchi alle lodi sperticate tratte da recensioni compiacenti stampate sulle fascette o sul retro!).

"A supposedly Fun Thing I 'll Never Do again" (traduzione letterale: "Una cosa che si presume essere divertente che non farò mai più") originariamente nasce come un articolo commissionato allo scrittore dalla rivista americana Harper , per narrare l'esperienza di una crociera extralusso di una settimana nei Caraibi con una grande compagnia leader nel settore. (*)
Nel 1995 Wallace, quindi, come egli stesso scrive "volontariamente e dietro compenso", compie questo viaggio da solo, annotando su un taccuino impressioni, notizie, futilità, insieme a riflessioni anche serie.
Tornato nella sua città, Chicago, la rivista committente dà alle stampe il lungo resoconto, riscuotendo un generale apprezzamento; sicché, dopo numerosi rimaneggiamenti, l'autore decide di far pubblicare il testo sotto forma di libro nel 1997. In Italia la prima edizione, sempre ad opera della Minimum fax, risale al 1998.

Confesso che non conoscevo prima d'ora DFW (come lo chiamano affettuosamente dai suoi fan), il quale, invece, ho scoperto essere molto famoso ed amato; è stato una bella sorpresa, che mi ha indotto a fare una piccola ricerca sul web.
Il materiale abbonda, ma tra i vari testi che si possono leggere gratuitamente on line, mi permetto di segnalare le "perle di David Foster Wallace", ossia i brani selezionati dalla casa editrice Minimum fax sul proprio sito e, ancora più importante, la trascrizione del discorso** di David Foster Wallace per la cerimonia delle lauree al Kenyon College il 21 maggio 2005 (dal sito Nazione Indiana). Un discorso notevole in cui possiamo comprendere la poetica dell'artista, ma, ancora di più, possiamo intuire le forti lacerazioni interiori che lo hanno accompagnato per tutto l'arco della sua vita. E bene ha fatto la casa editrice Einaudi a raccogliere il testo (insieme ad altri sei "uncollected") in un libro, Questa è l'acqua.

Per tornare, invece, al libro "Una cosa divertente che non farò mai più", in descrizioni semplici ed ironiche DFW riesce a far scivolare vere e proprie annotazioni antropologico-esistenziali, questa è la forza dell'opera. Per quanto riguarda gli aspetti negativi non ci si può esimere dal rilevare che rimane pur sempre un articolo per una rivista, quindi un qualcosa concepito e confezionato per essere letto una volta, strappare un sorriso e poi essere abbandonato sul sedile del treno/aereo/panchina affinché un altro viaggiatore possa ingannare piacevolmente l'attesa.

Ed è così che farò io: libererò questo libro, mediante bookcrossing, in qualche luogo e acquisterò un testo serio di Wallace (non intendo serioso, bensì più rappresentativo della sua arte "La ragazza dai capelli strani", "Brevi interviste con uomini schifosi" o anche l'ironico "Tennis, tv, trigonometria, tornado"). Non per niente, in un saggio pubblicato dalla rivista Tracce Luca Doninelli scrive che Wallace "non è uno scrittore per tutti", perché la sua opera è vastissima e perciò tocca una molteplicità degli aspetti della vita odierna, che possono urtare la sensibilità di molti. Per questo, oltre che per la difficoltà di molte sue pagine, benché si tratti di uno scrittore consigliabile a persone giovani (18 anni in su) è importante che questi giovani non siano lettori deboli.
Doninelli aggiunge poi: "Attraversare l'opera di un vero scrittore è come attraversare un mare: ci voglion buoni, rudi marinai" e io, da buona levantina, ho sempre sentito il richiamo del mare.

 Voto 6 e 1/2

Consiglio

A chi non può partire in crociera, ma soprattutto a chi si accinge a partire consiglio di metterlo in valigia e/o sul comodino. Comunque, se si deve fare una lunga coda alla posta o si cerca qualcosa da portare sotto l'ombrellone della spiggia di casa (sull'esempio di Ostia, Fregene, ma anche Pane e pomodoro a Bari) è perfetto.

La citazione pp. 70-71

"Occorre ammettere che nel tipo di viziatura da personalità A della Nadir c'è qualcosa che può fotterti il cervello e che l'invisibile, maniacale donna delle pulizie fornisce l'esempio più chiaro di quanto sia raccapricciante tutto questo. Perché, a pensarci bene, non è esattamente come avere una mamma. Lasciamo perdere il senso di colpa, quanto sia petulante, eccetera: ma una mamma ti pulisce la camera soprattutto perché ti vuole bene - sei tu il centro, sei tu in qualche modo il vero fine delle pulizie. Sulla Nadir, invece, una volta esaurito il senso di novità e di comodità, comincio a scoprire che tutta questa cura fenomenale non ha niente a che fare con me.
[…] La sensazione non è molto diversa da quando siete ospiti a casa di qulcuno che fa cose come intrufolarsi la mattina per rifarvi il letto mentre siete sotto la doccia, vi piega i panni sporchi o li mette in lavatrice senza chiedervelo prima, vi svuota il posacenere dopo ogni sigaretta che fumate, eccetera. Per un po', una padrona di casa del genere vi sembra fantastica e vi sentite curati, apprezzati, rassicurati e degni, eccetera. Ma dopo un po' cominciate a intuire che la padrona di casa non si comporta così per affetto o riguardo verso di voi, ma più semplicemente obbedisce agli imperativi di qualche sua nevrosi personali che ha a che fare con la pulizia domestica e con l'ordine… e questo significa, visto che obiettivo e oggetto finale della pulizia non siete voi quanto la pulizia e l'ordine in sé, che la vostra partenza sarà per lei un sollievo".


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* Ovviamente questo accadeva prima che Schettino si insinuasse nei pensieri dei croceristi di tutto il mondo: il naufragio della Concordia - per quanto sia cinico ammetterlo- ha spalancato un universo di facili ironie!

** Puoi ascoltare qui il discorso in lingua originale: "A speech given by David Foster Wallace at the 2005 Kenyon College commencement ceremony "(1 parte) (2 parte) e, cliccando qui, puoi leggere la trascrizione in inglese del testo "David Foster Wallace, in his own words" da More Intelligent Life.com).